Archivio Aneddoti

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Gli aneddoti sono piccoli racconti arguti e piacevoli che riportano alla luce pezzi di  vissuto di un personaggio più o meno noto. Questa sezione la dedichiamo agli appassionati collezionisti, come noi, ed ogni settimana pubblicheremo un nuovo aneddoto che ha come protagonista un uomo politico, un condottiero, un'artista o un semplice uomo della strada. Una piccola rubrica per umanizzare la storia ed i suoi personaggi.  Ma se anche tu ne hai uno da raccontare, non dimenticare di farlo, scrivi a ormag@ormag.com e lo pubblicheremo.                                          
                                                                                                        Buon divertimento!!!! 

   

Arthur James Balfour (uomo politico inglese vissuto tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900) raccontava agli amici: -Un uomo d'affari americano non sapendo cosa fare del proprio figlio, lo chiuse in una stanza con una Bibbia, una mela e un assegno bancario. Pensava:"Se lo ritroverò a leggere la Bibbia, ne farò un prete; se starà contemplando la mela, ne farò un agricoltore e se guarderà l'assegno ne farò un banchiere". Passato il tempo prefisso, e tornato nella stanza, trovò il figlio che aveva intascato l'assegno e seduto sopra la Bibbia, stava mangiando la mela: ne fece allora un uomo politico.

(Balfour Arthur James, da Il LIbro degli Aneddoti)

Un archiatra pontificio, dopo aver visitato Pio IX e averlo rassicurato sulle condizioni di salute, gli disse:
- Padre Santo, avrei da chiedervi una grazia. Ho un figlio già grande che non vuol saperne di studiare, non fa niente dalla mattina alla sera e non ha voglia che di andare a caccia...
- Abbiamo già capito, lo interruppe il Papa. Voi lo ritenete maturo per far l'impiegato nella nostra amministrazione.

(Negro, Vaticano minore)

Un giorno chiesero a Jonathan Swift la sua opinione sui nobili, il celebre scrittore rispose: -Non hanno altro valore che quello dei loro antenati; sono come le patate, di cui il poco che c'è di buono è tutto sotto terra.
                                                                                   (Encyclopédiana)

Nella spedizione di Spagna quando fu davanti a Siviglia  Napoleone                        
intimò al Governatore: 
-Se entro tre giorni non mi consegnerete la città, la raderò al suolo.
-Non oserete raderla, rispose calmo il Governatore.
-E perché?
-Perché vi chiamerebbero il "Barbiere di Siviglia".

(Straforello, da I proverbi di tutti i popoli )

Secondo Jacques Rotschild, famoso banchiere francese della seconda metà dell'ottocento, l'abilità negli affari è di tre specie:
- La prima consiste nel nascondere gelosamente i propri progetti, ed è un'abilità alla portata di tutti. La seconda, assai più difficile, è fingere progetti immaginari,. La terza consiste nel dire con franchezza quel che si ha veramente intenzione di fare; e di solito nessuno ci crede. Quest'ultimo è il metodo migliore, e io lo seguo sempre.

(Vallée, Le Sarabande)

Una signora in età già avanzata domandò un giorno a Baudelaire:
- E voi, signore, quanti anni mi date?
- E perchè darvene?, disse, con un elegantissimo sorriso, il poeta. Ne avete già abbastanza!

(Vallée, la Sarabande)

Caterina II di Russia era pubblicamente accusata di aver fatto uccidere il marito Pietro III. Voltaire, grande amico e difensore della zarina, disse in proposito:
-So bene che le si rimprovera qualche sciocchezzuola a proposito di suo marito. Sono affari di famiglia, in cui non amo immischiarmi. Del resto non è male che si abbia una colpa da riparare nella vita; è un impegno a guadagnarsi, a furia di buone azioni, l'assoluziojne della pubblica opinione.

(Encyclopédiana)

Nel 1862, Garibaldi, uscito dal varignano, con la palla di Aspromonte ancora nel piede, scrisse i suoi pensieri. Vi troviamo queste righe, dedicate alla donna: "Ho veduto tanto coraggio nella donna, tanta abnegazione, tanta intelligenza, che ho pensato sovente: giacché si vede che degli uomini preposti al governo nessuno riesce, perché non li rimpiazziamo con le donne? Sono sicuro che in certe bassezze, in tanto servilismo esse non cadrebbero".
E altrove: "La donna per istinto, per natura, è portata al sollievo degli infelici: quindi è molto migliore per i popoli il governo delle donne".

(Curatulo, Garibaldi e le donne)

 

Pierre Gassendi (filosofo e fisico francese 1592-1655) era di solito dolcissimo nelle discussioni e amava poco la polemica. Tuttavia, un giorno, rispose vivacemente a un seccatore che insisteva perchè accettasse la teoria della metempsicosi secondo Pitagora.
-Sentite, gli disse Gassendi, sapevo che, secondo Pitagora, le anime degli uomini pasano, dopo la morte, nel corpo degli animali; ma voi mi state dimostrando il contrario: cioè che qualche volta anche l'anima di un animale può entrare, per sbaglio, nel corpo di un uomo.

(Encyclopedié methodiqué)

Domandarano a Pitagora che cosa pensasse della vita umana. 
- La vita umana, rispose, è come i giochi olimpici: alcuni ci guadagnano sopra; altri pensano ad acquistarvi la gloria combattendo; altri infine sono semplici spettatori.

(Panckoucke)

Una sera, a Napoli, il ministro De Sanctis (storico della letteratura 1817-1883) giocava a scacchi in casa di una gentildonna. La padrona di casa gli si avvicina e, porgendogli una tazzina, gli dice con voce dolce:- Ecco il vostro tè.
De Sanctis, senza levar gli occhi dalla scacchiera, si fruga nelle tasche del panciotto, ne toglie una lira, la getta sul vassoio e dice:- Tenete il resto!

(Scarlatti, Et ab hic et ab hoc)

A Urbano V, malato ad Avignone, i perugini mandarono tre ambasciatori. Il Pontefice li pregò di essere brevi. Ma uno di loro, che aveva imparato a memoria un lungo discorso, volle pronunciarlo tutto. Quando ebbe finito, Urbano chiese agli altri due che cosa volessero ancora:
-Beatissimo Padre rispose uno dei due, abbiamo avuto mandato dai nostri concittadini che, se Vostra Santità non ci concederà ciò che chiediamo, questo nostro compagno vi ripeta ancora il sermone!
- Il Papa sorrise e ordinò che i perugini avessero ciò che domandavano

(Minerva, febbraio 1924)

Durante la guerra di Secessione il generale Mc Clellan, comandante in capo delle forze dell'Unione, non si decideva ad attaccare. Lincoln, dopo aver atteso invano per qualche tempo che cambiasse tattica, decise di fargli capire il suo malcontento; ma per essere cortese gli scrisse una lettera così concepita: "Caro generale, se l'esercito nazionale non vi serve, vorreste essere tanto gentile da prestarmelo per qualche giorno?".

(Manuel général, marzo 1935)

Una mattina, a Parigi, si fermò sotto le finestre di Rossini un organetto e cominciò a suonare un pezzo del Barbiere di Siviglia. Rossini, seccato, fece offrire cinque lire al suonatore perchè se ne andasse. Poi, pensandoci meglio, lo fece salire in casa e gli disse: 
- Sapete dove abita il maestro Halévy? 
Caso strano, il suonatore lo sapeva. 
- Ebbene, soggiunse il Maestro, ti offro altre dieci lire per andare a suonare sotto le sue finestre un pezzo dell'Ebrea.
- Maestro, è impossibile, replicò il suonatore. E' stato lui a mandarmi a suonare il Barbiere sotto le vostre...

(Il Libro degli aneddoti)

Gianfranco Ferrè iniziò la sua carriera mentre era ancora studente di architettura. Finalmente ottenne un incontro con un importante stilista. Alla data fissata, dopo aver curato in modo particolare il suo abbigliamento, si presentò con la cartella dei disegni. Ferrè udì la segretaria annunciarlo così: - Di là c'è uno che sembra vada a vendere saponette per i ciechi.                                                                     

(Oggi, 1989)

 

Quando i rapporti con l'Urss erano ancora piuttosto tesi, l'allora governatore della California Ronald Wilson Reagan, raccontò con palese soddisfazione questa sua storiella ad un giornalista:
- Talvolta penso che Adamo ed Eva fossero russi. Non avevano un tetto sulla testa, non avevano niente da mettersi addosso, avevano solo una mela in due... ed erano convinti di essere in Paradiso.
                                      
(Chicago Tribune, 1975)

Entrato nella Casa dei Concerti, a Stoccolma , dove gli sarebbe stato consegnato il Premio Nobel, Luigi Pirandello non riusciva, tra le tante sale, a trovare quella dei ricevimenti. A un tratto vide uscire da un corridoio un signore in uniforme.
- Saprebbe indicarmi la sala dei ricevimenti?, domandò allo sconosciuto. 
- Certamente, fece l'altro gentile, mi segua. 
Si avviarono insieme e quando finalmente arrivarono alla sala, lo scrittore domandò alla cortese guida il suo nome.
- Il mio nome?,  rispose il signore, Re Gustavo. 
Era infatti il re. Saputo che l'italiano era Pirandello, gli disse:
- Sono felice di potervi conoscere anche prima della cerimonia. Ora voi entrate, perché è ora; io non posso entrare con voi,  perché,  secondo il cerimoniale, devo entrare per ultimo.


                
(Corriere della Sera, febbraio 1935)

Un giorno che il grande oratore Demostene voleva parlare agli ateniesi riuniti in comizio sulla piazza, il pubblico, rumoreggiando, diede chiaro segno di non volerlo ascoltare.
- Fatemi dire due parole sole, riprese, per raccontarvi la storiella di un asino. C'era dunque un giovane che, per poter andare da Atene a Megara, prese a nolo un asino. Il padrone dell'asino, dovendo fare la stessa strada, si unì al giovane e per strada i due chiaccherarono amichevolmente. Ma quando venne il mezzogiorno e il caldo era grande, i due si fermarono e si misero a far colazione. Il padrone dell'asino voleva stare all'ombra che l'asino faceva, dicendo di aver dato in affitto l'asino ma non la sua ombra. Invece il sosteneva che, avendo preso a nolo l'asino, doveva poter disporre di lui interamente.
E detto questo, Demostene lasciò la tribuna e fece per andarsene.
- E come andò a finire?, domandarono tutti, cercando di trattenere l'oratore.
- Come!, fece allora Demostene, preferite sentir parlare dell'ombra di un'asino piuttosto che dei vostri interessi?

(Russo, Oratori)               

 

Un giorno un tale domando a Galileo:
-Quanti anni ha vossignoria?
-Otto o dieci, rispose Galileo, in evidente contraddizione con la sua lunga barba bianca. Ma poi spiegò:
-Io ho infatti gli anni che ancora spero mi rimangono di vita; quelli passati non li ho più, come non si hanno più denari quando si sono spesi.

(Galilei, Pensieri, motti e sentenze) 

Un ambasciatore di Carlo V si era recato a Costantinopoli presso Solimano. Costui per mortificarlo, non gli fece trovare nessuna sedia nella sala d'udienza. L'ambasciatore, dopo essersi guardato attorno, capì l'intenzione del sultano e, steso il suo ricco mantello a terra, vi si sedette sopra. Finita l'udienza, se ne andò senza riprendere il mantello. Credendo a una dimenticanza, un dignitario gli corse dietro per avvertirlo.
- Gli ambasciatori del mio re, rispose altero lo spagnolo, non si portano via la sedia su cui si sono seduti.

(Panckoucke)

 

Al Théatre Français, durante una prima, Alexandre Dumas padre era seduto accanto all'autore, Alexandre Soumet. A un tratto egli scorge uno spettatore addormentato, e lo indica a Soumet:
- Guarda un po' gli effetti del tuo lavoro!
Il giorno dopo, viene rappresentata una commedia di Dumas. L'autore è in teatro. Ed ecco che Soumet gli si avvicina e gli adita un signore che, nella sua poltrona di platea, dorme placidamente.
- Vedi, caro Dumas, che anche i tuoi lavori possono far venire sonno?
- No, no, ribattè pronto Dumas, è sempre quel signore di ieri che non si è ancora svegliato.

(Buering, Das goldene Buch der Anekdoten)         

 

Un giorno Silvio Pellico era andato a far visita a Ugo Foscolo, a Padova. Questi stava in piedi su una sedia, in maniche di camicia, intento ad attaccare un chiodo. Entrò nella stanza uno studente, che s'avventò sul Pellico e gli baciò con effusione la mano esclamando:
- O Foscolo! lascia che io, prima di uccidermi per amore, baci la mano di quel sommo che ha vergato le lettere di Jacopo Ortis.
- O pazzo, o bestia, gli rispose il Foscolo, dall'alto della sua seggiola, io ho scritto quanto è dolce uccidersi per amore... ma vedi che vivo e non ho nessuna voglia di bruciarmi le cervella.
Il giovane lo credette un domestico impertinente e si azzuffò con lui.
Ci volle del bello e del buono per persuadere l'energumeno che il Foscolo era il Foscolo e il Pellico era il Pellico. Alla fine però Foscolo riuscì a calmare lo studente e a distoglierlo dal suicidio.

(Come d'autunno, giugno 1939)

Dionigi il Vecchio, tiranno di Siracusa (430-368 a.C), aveva messo ai suoi sudditi una nuova imposta; poichè essi se ne lamentavano, l'aumentò. Allora i sudditi non si lamentarono più e presero la cosa allegramente.
- E' segno, osservò Dionigi, che la tassa è adesso veramente sproporzionata; se ridono, è perchè sanno di non poterla pagare e perciò di non aver nulla da perdere. E pertanto la diminuì.

(Encyclopédie méthodique)          

 

 

Essendosi recato fuori di Atene, in paese straniero, domandarono  a Socrate di quale luogo egli fosse cittadino. Rispose:
-Sono cittadino del mondo.

        (Garzoni, La piazza universale di tutte le professioni)

 

Domandarono ad Aristotele :
-Che cosa si guadagna a mentire?
-Di non essere creduti quando si dice la verità.
 
(de La Batut,L’esprit des grands hommes)

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